Home Io e la mia Radio... La mia Stazione In Laboratorio Antenne Software Varie Mercatino Galleria QSL Email me... Links

Io e la mia Radio…

Il "rito" ebbe inizio una domenica pomeriggio. Sul tavolo della cucina si stava già scaldando un saldatore elettrico col manico di legno, mio Padre controllava attentamente e con soddisfazione i miei movimenti, io seguivo passo passo le istruzioni del libro... ecco l'ultima saldatura ...pronta! Adesso bisogna fare in modo che la basetta di bachelite si sorregga bene... vediamo un pò... vado a prendere dei pezzetti di legno nella scatola delle costruzioni... un pò di nastro isolante …ed è fatta! Ora debbo collegare il filo di terra al termosifone e quello dell'antenna lo stendo sul tavolo… inforco la cuffia e..... CHE BRIVIDO!!!.. SI SENTE LA RAI..., e se giro il perno del condensatore variabile si sente anche meglio…

…ORMAI  ERO  INEVITABILMENTE  ENTRATO NELL’AFFASCINANTE MONDO  DELLA RADIO !

Ed eccola qua, ancora in ottimo stato, la mia PRIMA RADIO,  sorretta dai pezzetti di legno delle costruzioni e con il nastro isolante! Oggi fa bella mostra di se nel mio piccolo museo personale!

Per il  mio undicesimo compleanno (1965) mio Padre,   ignaro che con    quel    gesto  stava   indirizzando  la   mia   vita,    mi  regalò un libro (che ancora  conservo gelosamente) intitolato  "Saper Costruire".

Tra i vari temi trattati, mi colpì quello dedicato all'Elettronica da cui venni attratto immediatamente !

Qualche tempo dopo, continuando a manifestare uno sfrenato interesse per l’argomento, riuscii a procurarmi (anzi “mi feci procurare”),  tutti   i   componenti   necessari   per   realizzare   la   mia "PRIMA RADIO" !!!

Da quel momento non mi fermai più. Cominciai a leggere riviste del settore: Sistema Pratico, Radiorama, CQ Elettronica, Radiopratica, etc…

Maturando sempre maggiore esperienza, attrezzai in casa un piccolo laboratorio per i miei esperimenti… rimediai anche un Tester della Scuola Radio Elettra... (anch’esso attualmente nel mio museo).

Proprio su un numero di Radiopratica (Anno VII, n.1 gennaio 1968), lessi con attenzione e curiosità l'articolo di copertina: "Una valvola per l'ascolto di tutte le onde"... veramente interessante... chissà come funzionerà? Non esitai un attimo e decisi di realizzare il progetto. Per prima cosa bisognava acquistare i componenti (quelli più costosi erano la valvola ed il trasformatore di alimentazione che andava fatto avvolgere), così cominciai a mettere da parte tutte le "paghette settimanali" fino a raggiungere l'importo necessario. Per il telaio mi procurai del lamierino di zinco (non era il massimo....ma quello trovai) e per il filo delle bobine stressai l'elettrauto sotto casa che, preso per sfinimento, mi regalò un rocchetto di rame smontato dal solenoide di un vecchio motorino d'avviamento... proprio quello che serviva a me: filo da 1 mm  e pure smaltato!

Ora il problema era fare i buchi grossi sulla lamiera di zinco per montare lo zoccolo della valvola ed il condensatore elettrolitico a “vitone". Possedevo solo un trapanino a mano che già mi faceva faticare per praticare i piccoli fori destinati alle viti di fissaggio del trasformatore e delle altre minuterie. Quindi, armato di martello e cacciavite, cominciai a "scalpellare" la lamiera, ricavando due fori (decisamente ovali) in cui alloggiai i due componenti. Il resto del montaggio non fu difficile e, alla fine del lavoro, mi accorsi che ero anche riuscito a realizzare il tutto molto simile alla foto di copertina della rivista.

Come suggerito nell'articolo, mi attrezzai per misurare le tensioni, prima di inserire la valvola nello zoccolo.... a questo punto feci "conoscenza" con i 190 Volt dell’anodica !!!  Nella foga di provare tutto e subito, mi sfuggì il puntale del tester e toccai con un dito il piedino 6 dello zoccolo ! La prima volta ti lascia veramente di sasso: per qualche secondo non ti rendi conto di cosa è successo, fino a quando non ti accorgi che quello che avevi in mano, ora è in terra …e poi ti formicola tanto il braccio !

Nonostante questo "battesimo della scossa", ebbe la meglio la frenesia di provare il risultato di circa un mese di lavoro! Tutto era ormai pronto ....ore 22.30… dunque:  l'antenna (filo steso fuori la finestra) è collegata.... le tensioni ora non ho dubbi che sono quelle giuste ! ....la cuffia è già in testa. Alzo l'interruttore e la spia verde si accende, nella penombra della mia stanzetta si comincia a vedere il filamento della valvola che si arrossa ....sono emozionatissimo ....sento un forte sibilo nelle orecchie… quindi bisogna regolare il potenziomentro poco prima che cominci il fischio (era un ricevitore superreattivo) ecco… ora si sentono segnali telegrafici sovrapposti a voci in tante lingue diverse... mi viene istintivo guardare fuori, nel buio della notte, mi sembra quasi di vedere le onde radio "infilarsi" velocemente nel mio filo d’antenna ....ora muovo il condensatore variabile per cercare qualche altro segnale.... Eccolo… questo è forte ...si sente molto bene...

Ascoltalo qui:  

…Avevo appena scoperto ROMARADIO. Ormai ero entrato nella fase del "non ritorno". Mi “attaccavo” a quel ricevitore ...IL MIO RICEVITORE... tutti i giorni, da quando rientravo a casa fino a notte fonda… sempre ad ascoltare ROMARADIO in collegamento con le navi, a distanze che non riuscivo ad immaginare… viaggiando con la fantasia.

Riuscivo a riconoscere gli operatori dalla voce, compilavo diligentemente un registro di tutte le comunicazioni, avevo imparato perfettamente tutte procedure operative, insomma, desideravo essere uno di loro.

Ben presto cominciai ad ascoltare anche le frequenze radioamatoriali, nuovo mondo pieno di fascino, e fu così che raccolsi tutte le informazioni su come diventare Radioamatore. Subito mi dedicai accanitamente allo studio della telegrafia, ogni parola che vedevo scritta da qualche parte, me la traducevo mentalmente in codice Morse... era diventata quasi paranoia !

Un giorno, poi, scoprii che stava nascendo un movimento di "radioamatori pirati" operanti sulla cosiddetta Banda Cittadina (CB) allocata tra 26.5 e 27.5 MHz. La cosa  era allettante: trasmettere senza bisogno di fare esami. Mi misi ad ascoltare accorgendomi subito che non si trattava di un fenomeno occasionale… la Banda CB si stava popolando esattamente come quelle regolarmente assegnate ai Radioamatori "patentati". L'unica differenza era che si respirava un'aria di "clandestinità" (perchè tale poi era) che costringeva tutti ad un atteggiamento di tipo "Carbonaro"!

Senza perdere mai l'intenzione di sostenere comunque le prove ufficiali previste, mi procurai un apparato ricetrasmittente  CB (Tokai TC-5008 5 watt - 23 canali, tuttora ben conservato), e mi addentrai nella Jungla dei Pirati, uscendo con il nominativo: Snoopy2.


Fu un periodo di grande esperienza tecnica ed umana. Solitamente si creavano "gruppi di quartiere", agevolando così l’opportunità di conoscersi di persona e stringere rapporti di amicizia, grazie anche alla condivisione della passione per la Radio. Nel gruppo che frequentavo io, quasi tutti volevano diventare radioamatori "regolari" e quindi percorremmo insieme la strada verso i fatidici esami di Teoria e Telegrafia.

Come tutto nella vita, anche quel giorno arrivò! Pur trattandosi di un hobby, non c'era alcuna differenza (almeno a livello emozionale) da un esame scolastico: groppo in gola, respiro irregolare ed ansia a mille. Come di consueto c'era pure la "squadra di amici suggeritori", schierata fuori l'aula dove si svolgeva l'esame, in attesa dei  candidati che, come da copione,  avrebbero avuto improvvisi problemi di diuresi ! Tutto sommato a me andò bene, gli argomenti dei quesiti li conoscevo abbastanza e quindi superai la prova.

Qualche giorno dopo ci fu l'esame di ricezione in Telegrafia: aula ad anfiteatro (modello università), banchi di legno antico che odoravano di cera, cuffie consumate dal tempo e dall'incontrollabile sudore dei candidati e poi laggiù... il tavolo della commissione che, dopo i soliti preliminari, si accingeva ad inserire il nastro di carta perforato nel lettore di zona che avrebbe inviato alle nostre orecchie i segnali da decifrare: gruppi di cinque caratteri casuali alla velocità di 40 al minuto!… Parte il lettore, si sentono le prime note in cuffia e si comincia a scrivere. La fine del nastro, poi,  arriva come una "liberazione"… non importa cosa si è scritto, ma finalmente è finita! Si consegnano i fogli e si esce fuori dall'aula in attesa di essere richiamati per la prova individuale di trasmissione.  Dopo circa un'ora e mezza venne il mio turno, sentii chiamare il mio cognome, feci un lungo respiro ed entrai. Su un tavolo mi attendevano: un bel tasto di ottone accuratamente lucidato, una cuffia per me, una per l'esaminatore e poi la macchinetta che avrebbe registrato su nastro di carta la mia trasmissione (anch'essa in legno ed ottone, come quelle che si vedono nei film Western, accanto al vecchietto telegrafista con mezze maniche e visiera nera sulla fronte). Poi sentii una voce "amica" che mi invitava a sedere e regolare il tasto a mio piacimento. Alzai gli occhi e vidi Peppino (Giuseppe Palumbo) i0OJ, membro della commissione che, con il suo solito sorriso rassicurante, mi consegnava il foglio del testo da trasmettere. Si mise la cuffia, mi posò una mano sulla spalla e mi tranquillizzò sorridendo ancora, mentre faceva partire la macchinetta per registrare. Con un cenno mi diede il via ed io partii. Dopo i primi quattro o cinque caratteri mi sbloccai e da quel momento fu "musica". Al termine del testo guardai Peppino e capii subito che ero andato bene. Mi fece firmare il nastro di carta della registrazione senza aggiungere altro, e mi invitò ad uscire dall'aula. Ma i suoi occhi  ormai mi guardavano come un "Collega Radioamatore"!

Ora Peppino non è più tra noi, ma lo ricordo sempre con grande affetto e stima !

Trascorso il tempo previsto dalla burocrazia, finalmente mi arrivò la tanto desiderata "Patente di Operatore di stazione di Radioamatore"  n° 252, eccola qui:

Il primo passo era fatto, ora bisognava aspettare la Licenza e poi, finalmente, si poteva cominciare a trasmettere in piena regola. A quel tempo era possibile scegliere il proprio nominativo e quindi mi recai al Ministero delle Poste, presso l'Ufficio competente, e mi fu consegnato un enorme  pesantissimo registro dove c'erano elencati tutti i nominativi disponibili, in ordine alfabetico. Sfogliai un paio di paginoni e poi mi fermai su "i0KTE". Mi piacque e ci scrissi vicino, a matita,  il mio nome e numero di Patente (perchè solo dopo l'approvazione del Direttore poteva essere trascritto definitivamente a penna)

Nel frattempo, con l'aiuto di tre amici "paricorso", cominciai a montare le antenne sul terrazzo.  

Eccoci durante l'installazione della Cubica per i 10, 15 e 20 mt.

Dall'alto a scendere: Alberto i0XGR, Paolo i0RKJ, io i0KTE e Roberto i0PV

La Licenza arrivò nello stesso giorno a tutti e quattro, pertanto ci demmo appuntamento “in 20 mt”, a mezzanotte, per inaugurare insieme il Primo QSO da Radioamatori !

Anche quella fu una grande emozione, ci scambiammo subito le QSL e cominciò un'altra lunga ed affascinante avventura.

Qui sotto la foto della mia stazione nel 1974.

E' passato molto tempo ….e tanti  QSO!  Ora la Radio fa parte anche del mio lavoro ma, nonostante tutto, ancora oggi provo le stesse emozioni di sempre quando mi siedo, accendo una delle “mie” Radio e comincio a cercare un segnale… la voce di un corrispondente con cui condividere un’eterna passione.


Questo racconto lo dedico a mio Padre che, come ho detto all'inizio,  regalandomi quel famoso libro ha inconsapevolmente indirizzato tutta la mia vita !


i0kte - op. Stefano - 8 febbraio 2012